Apprendo da Internet che il magnetofono Geloso G241/M è molto ricercato dai collezionisti: debbo in tal caso ritenermi fortunato del ritrovamento per una cifra davvero irrisoria dell’esemplare ora in mio possesso presso un rigattiere del centro della mia città. Mi aggiravo infatti per il locale dove era stipata una notevole quantità di ciarpame senza valore alla ricerca di qualche apparecchio valvolare o radiofonico o di qualsiasi cosa che fosse elettrica e avesse più di 50 anni di vita (a dire il vero senza particolare fiducia di trovare alcunchè, visto che i pezzi interessanti sono ormai diventati delle mosche bianche) quando mi imbattei nell’oggetto: confesso che, nonstante fossi stato subito colpito dalla particolare tecnologia impiegata di cui ero a conoscenza solo per “sentito dire” fui piuttosto titubante nello sborsare l’importo richiesto, in quanto il pezzo non mi pareva troppo accattivante nell’estetica e inoltre non sono mai stato un particolare fanatico della “nota marca” a cui bisogna comunque riconoscere i grandi meriti che ha avuto nello sviluppo dell’Industria italiana.
Divagazioni a parte, portai a casa il “registratore” il quale finì nella cantina dove alloggiano tanti suoi “colleghi” dotati di cordone elettrico e altoparlante, in attesa di tempi migliori (e di tempo libero dello scrivente…), dimenticato e abbandonato per un paio di anni, fin quando un giorno spinto dalla curiosità decisi di mettervi mano.
Per chi non conoscesse il funzionamento di questi dispositivi, si può dire che essi non differiscono come principio dai classici registratori magnetici, tranne per il fatto che il supporto non è un nastro di plastica, ma un semplice filo metallico, di materiale magnetico. Le testine di riproduzione e di registrazione sono situate all’interno di una sorta di braccetto e accolgono il filo all’interno di un’apposita fessura come le due valve di una conchiglia; tale braccetto durante la riproduzione sale e scende ripetutamente con un movimento lento in sincronia con la rotazione delle bobine al fine di distribuire uniformemente il filo nelle bobine stesse.
Notare che non è presente alcun sistema di arresto automatico: terminata la bobina di filo, quest’ultimo semplicemente si sfila senza tuttavia che possa srotolarsi come una molla da orologio, in quanto a ciascuna delle estremità è annodato uno spezzone di filo in fibra tessile che si avvolge per un paio di giri, evitando appunto lo srotolamento del filo metallico, e faciltando tra l’altro la presa sulla bobina vuota quando si vuole iniziare una nuova riproduzione.
Un cursore collegato con il motore dà un’indicazione dei minuti della registrazione o dello stato di avanzamento del nastro. Un apposito commutatore permette di scegliere la modalità di registrazione o di riproduzione, mentre un altro consente la marcia normale o il riavvolgimento. Un indicatore al neon pilotato da un’apposita sezione di una valvola consente di visualizzare il livello della registrazione.
L’esemplare in questione era corredato da una bobina di filo ancora montata in posizione di ascolto, mentre un’altra era presente di scorta nell’apposito cassetto situato nella parte inferiore del mobiletto.
Le condizioni generali non erano disperate, ma non potevano definirsi buone: grande quantità di sporcizia e ossido, inoltre e la cosa mi scoraggiava alquanto, era assente la puleggia che trasmetteva il moto dal motore alle pulegge. Il restauro rimase sospeso fino al giorno in cui una cara persona, conosciuta tramite radiomuseum.org e a cui devo questo e tanti altri favori, mi ha spedito una puleggia di ricambio: dopo aver ricostruito la parte in gomma deterioratasi con gli anni, la ho messa al suo posto e ho proceduto con la pulizia e il restauro. Purtroppo diverse persone vi avevano messo mano, e la meccanica era tutta starata, e con buona parte delle viti e dei dadi “molli”.
Sistemate le questioni meccaniche, ancora non riuscivo a far girare le bobine, in quanto sembrava che l’elettromagnete che attraeva il motore verso i ruotismi che fanno girare le bobine fosse troppo fiacco. Appurato che in realtà l’elettromagnete era perfettamente efficiente, e che si trattava di un difetto di lubrificazione in un punto che a una prima analisi mi era sfuggito, oliai i punti necessari, portando la parte meccanica in piena efficienza.
Passai quindi alla parte elettronica: i tubi risultavano ancora efficienti nonostante fossero ancora gli originali marchiati Geloso. Passai quindi all’accensione, avendo l’accortezza di alimentare con tensione gradualmente crescente l’apparecchio per non danneggiare gli elettrolitici dopo decenni di inattività. La riproduzione era notevolmente cupa e distorta, così analizzai in dettaglio il circuito componente per componente: fu necessario sostituire alcuni condensatori a carta andati in perdita, i quali non consentivano la corretta polarizzazione delle valvole. A seguito di ciò riprese a funzionare anche l’indicatore al neon. Gli elettrolitici risultarono invece stranamente efficienti.
A questo punto, verificata l’efficienza della riproduzione e della registrazione, la riparazione potè dirsi felicemente conclusa: la qualità audio è impensabilmente buona, per un “tafanario” del genere!
Una curiosità: sapete cosa conteneva la bobina che era montata “a corredo”? La registrazione di una trasmissione televisiva degli anni ’50 (con tanto di ripple a 50Hz) in cui un giovane Alberto Sordi intervistava (e prendeva un po’ in giro) una giovane e impacciata ragazza di Trieste, evidentemente ospite del programma.
8 pensieri su “Magnetofono a filo Geloso G241/M”
Gent. sig. Alessandro, ho visto con piacere il sito Magnetofono a filo Geloso G241/M ed ho trovato molto interessante la descrizione del restauro e sopratutto le foto nei suoi particolari. Questo tipo di registratore l’ho posseduto anchio e mi ero proposto di rimetterlo in funzione ma purtroppo qualcuno me l’ha rubato durante il cambio casa. Ancora complimenti……….Adriano.
hola, tengo un antiguo microfono GELOSO, ,donde puedo conseguir data sobre este modelo?? soy de argentina. gracias
Gentile Sig. Alessandro Posseggo anche io lo stesso magnetofono GELOSO ma il mod. G242/M. Appartenente alla mia famiglia anni 50/ 51 è in ottimo stato, essendo stato conservato da allora con cura e poschissimo usato. infatti è addirittura completamente privo della povere degli anni ma ovviamente la unica cosa da sostituire è la puleggia che trasmette il moto.
Le sarei grato se potesse indirizzarmi alla persona che le ha procurato detta puleggia.
Invio cordiali saluti in attesa di risentirla presto.
Domenico
Gentile Sig. Alessandro La ho contattata circa un mese fa per richiedere informazioni sul magnetofono GELOSO. Posseggo anche una radio minerva mod.505/1 (piccolina ma pesante Kg 3) di epoca sicuramente precedente a quella del magnetofono (la ricordo da banbino) funzionante e in ottimo stato salvo la mancanza del pomellino del cambio delle frequenze, cavo di alimentazione e spina originali Considerato che Lei è un appassionato, se fosse interessato all’acquisto le potrei inviare un paio di foto se vorrà inviarmi la sua mail. Se Lei non è interessato faccia comunque un valutazione (visto che Lei è un esperto) la userò per metterla in vendita.
La ringrazio anticipatamente.
Domenico
Gentile Alessandro
possiedo anche io un vecchio registratore Geloso a filo con alcune bobine incise.
Non essendo un collezionista sarei disposto a venderlo.
A chi ? dove ? quanto può valere ?
La ringrazio per i suggerimenti che potrà darmi
Alberto Durigato
Treviso
Salve anche io possiedo un magnetofono geloso modo. G.242/m con custodia di legno antico funzionante con microfono vorrei venderlo mi sa dire su quale sito metterlo?. Grazie
Buonasera e visto il periodo, tanti auguri, chiedo se posso un informazione, possiedo un magnetofono geloso castelli mod. G.242-M , le testine o meglio le plastiche, si sono disintegrate, sto cercando delle testine di ricambio il cui nome se non sbaglio è G.240M.
Saprebbe gentilmente darmi qualche dritta ?
Distinti saluti e grazie
Ho un registratore a filo geloso non so il modello disperde corrente elettrica al telaio in ferro è da revisionare se si inclina si sente un corso di francese mi sai dire quanto può costare a riparare e se c’è qualcuno che lo fa grazie per la collaborazione