Riparazione HMV mod. 1119 – una strana radio inglese

L’apparecchio mi è stato consegnato per una revisione da un amico di Treviso in quanto era già funzionante, apparentemente soltanto un po’ giù di voce.

Dal punto di vista tecnico si tratta di una supereterodina a 5 valvole con tre gamme d’onda (OL, OM e OC) e sintonia automatica con possibilità di memorizzare alcune stazioni, selezionabili mediante tasti sul frontale.

All’apertura della parete posteriore, come ci si può attendere da un dispositivo d’oltremanica, si presentavano le caratteristiche valvole inglesi dalle sigle più improbabili: la dotazione originale di valvole era costituita dalle X61M, KTW61M, DL63, KT61, U50 con zoccolo octal; nel corso degli anni (o più verosimilmente in una recente riparazione dopo l’importazione dall’UK) alcune valvole erano state sostituite con normali tubi della serie octal americana. La costruzione dello chassis è improntata alla robustezza e ad un generoso dimensionamento delle parti, che si traducono in un notevole peso del dispositivo. Le valvole, forse a scopo antimicrofonico, forse per compensare una carenza dei portavalvole (alquanto laschi), sono trattenute da delle cinghie di gomma agganciate allo chassis. Due controlli sono presenti sul retro, il primo è il commutatore radio/fono, il secondo permette di selezionare l’altoparlante solo interno/interno+esterno/solo esterno, gestendo probabilmente le differenti impedenze. Sul “soffitto” è incollato un foglio di alluminio collegato internamente all’antenna, ma svolge bene la sua funzione di antenna integrata soltanto per le onde corte. Già da diversi anni oltreoceano le radio erano dotate di antenne interne a “loop”, decisamente più efficienti sebbene solo per le OM.

Ovviamente essendo britannica, tutte le viti hanno il passo inglese, così come i dadi hanno misura in pollici con il risultato di farmi impazzire per smuovere i punti di taratura. Ah, dimenticavo, qui le boccole degli attacchi di antenna e terra sono anch’esse inglesi, troppo piccole per banane standard e troppo grandi per le mini-banane…

Altra peculiarità dell’apparecchio degna di nota è senz’altro il sistema di sintonia: il quadrante è diviso in due scale, a SX le OL e OM, a DX le OC, la manopola è dotata di doppia velocità di ricerca (ruotando velocemente si effettua la sintonia grossa, poi la manopola all’interno di una frazione di giro, è maggiormente demoltiplicata per consentire la sintonia fine), ma la cosa più interessante è il sistema di preselezione: i tre tasti più a destra selezionano le normali gamme d’onda, gli altri selezionano invece delle stazioni precedentemente memorizzate nelle gamme OL e OM (evidentemente le più diffuse all’epoca in Gran Bretagna). I tasti non intervengono meccanicamente sul variabile di sintonia, come avveniva in molti apparecchi simili italiani, qui i tecnici sono stati prodighi di circuiteria e ciascun tasto è dotato di proprio circuito di sintonia, ciascuno con bobine regolabili e trimmer capacitivi per memorizzare la stazione desiderata all’interno di una sottobanda delle OL o delle OM. In pratica per memorizzare una stazione si gira il nucleo della bobina (oscillatore) e poi si regola il trimmer capacitivo sottostante per la massima uscita. Uno dei tasti riportava già “Radio Paris” così che non ho potuto esimermi dal sintonizzare l’emittente in OL in francese che si riceve chiaramente la sera. Un altro tasto riportava “Nationals”, e ho sintonizzato l’emittente di Radio 1 di Venezia sui 936 kHz.

Le foto seguenti illustrano i dettagli dei punti di taratura e le bobine viste da sotto il telaio.

Per quanto riguarda la riparazione, alcuni interventi erano già stati eseguiti di recente: gli elettrolitici erano stati sostituiti, e i nuclei di taratura erano tutti manomessi, alcune valvole cambiate, ecc. Nonostante ciò, la radio suonava a volume troppo basso per la classe di apparecchio a cui apparteneva.

Sorgeva il dubbio che si trattasse di qualche valvola esaurita, magari una o più di quelle inglesi originali, ma come fare a testarle con quelle sigle così misteriose… e qui mi è giunto in aiuto un libriccino portatomi da mio fratello dopo uno dei suoi soggiorni londinesi: le valvole misteriose, benché non si parli da nessuna parte di equivalenza diretta, sono analoghi a dei banali tubi americani, per es: X61M è simile alla 6K8, la KTW61M alla 6K7 (infatti qui è stata sostituita da quest’ultima), la DL63 alla 6Q7, la KT61 alla 6V6 (idem), la U50 alla 5Y3G (idem). (Notare solo che le valvole inglesi sono metallizzate e quindi schermate, per questo non ho parlato di tubi della serie G in vetro ma, di principio solo della serie metallica).

Una volta appurato questo parentela (se non equivalenza), ho testato le valvole “smascherate” come le corrispondenti valvole normali e sono risultate tutte in perfetta efficienza.

Rimaneva quindi il problema della scarsa sensibilità: decidersi a ritoccare le tarature? Eppure erano state manomesse di recente, possibile che che ci aveva esso mano non lo avesse fatto con criterio? Ebbene no, la causa era proprio questa: per prima cosa la media frequenza risuonava a 475kHz anziché a 465kHz, ma questo dava conto del fatto che le stazioni erano sfasate rispetto all’indice, non della scarsa sensibilità: in fondo erano comunque state allineate (benché alla frequenza errata) e quindi dovevano essere ugualmente efficienti.

Dopo averle allineate non notai un miglioramento drammatico, sintomo che il problema era nella parte a alta frequenza: avevo già notato che le OL praticamente non funzionavano, e temevo fosse una bobina bruciata (in effetti la bobina OL appariva annerita, ma si sarebbe rivelata perfettamente efficiente), invece il problema era che il mio “meticoloso” predecessore aveva manomesso a pseudo-random buona parte dei punti di taratura col risultato di fare funzionare alla bell’e meglio le OM, ma di mandare completamente fuori allineamento le altre gamme.

Armato di pazienza, ho attivato il fido generatore di segnali HP 8656B a sintesi di frequenza, e dopo un pomeriggio (tanto era starata!) la radio è tornata pienamente operativa su tutte le gamme, un piacere per l’occhio e perché no, anche per l’orecchio.

Un pensiero su “Riparazione HMV mod. 1119 – una strana radio inglese

  1. Interessante articolo, anche a me piace guardare le radio non comuni.
    Non so ancora valutare quale stato produceva l’ eccellenza.
    Ho guardato in larga parte radio italiane, tedesche ed una russa e svizzera, polacca.
    Tutte magicamente progettate e costruite!
    Grazie ingegnere dell’articolo.

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